La Psicoterapia individuale. Quando andare dallo Psicologo

Chi chiede un consulto ad uno psicologo specialista in psicoterapia lo può fare per moltissime ragioni: personali, familiari, sociali, e quasi mai ha le idee chiare su cosa e quanto c’è da fare.

Ad esempio, la presenza di sintomi esplicitamente psicologici come l’ansia, gli attacchi di panico, la presenza di fobie, l’umore instabile, l’angoscia, la permanente tristezza depressiva o una vera e propria depressione, la presenza di pensieri negativi, persistenti, rimuginativi, o la presenza di comportamenti inusuali, di rabbia e aggressività, etc. aiutano a comprendere la natura squisitamente psicologica ed esistenziale dei propri problemi.

In altri casi il malessere si colloca esplicitamente in ambito relazionale: relazioni sentimentali ingarbugliate e con aspetti ripetitivi, problematiche della vita familiare, problemi della vita di coppia, problemi con i figli (o coi i genitori); oppure i frequentissimi problemi emotivi e relazionali della vita lavorativa.

Altre volte ancora il malessere psicologico prende la forma di un blocco dell’azione, di uno stallo del progetto di vita, o con l’incaglio su un ostacolo vissuto come invalicabile, una prova che spaventa e che diventa un fantasma persecutorio, a volte accompagnato da uno stato di confusione e di impotenza, talora con un progressivo isolamento sociale.

Anche in questo caso la natura psicologica e relazionale del malessere fa subito pensare che l’aiuto di un professionista psicologo è senz’altro utile, se non indispensabile.

Più difficile discernere, invece, quando questi sintomi compaiono, diciamo così, sotto mentite spoglie in maniera indiretta e subdola, manifestandosi nelle loro varianti somatiche o colpendo alcuni aspetti specifici della propria vita, pensiamo a molti disturbi del sonno o ai malesseri fisici non riconducibili a cause organiche. Pensiamo a certi mal di testa, o mal di schiena, a certi disturbi della pelle, o del sistema immunitario, o del sistema cardiovascolare, o del sistema digerente (il classico colon irritabile, o le classiche gastriti, ad esempio) oppure ancora a carico della sessualità e degli organi sessuali, etc.

Le classiche situazioni nelle quali i medici di base e specialisti fanno riferimento con una terminologia spesso inadeguata a “questioni nervose”, allo stress, ed a concetti simili. Oppure il sintomo psicologico compare sotto forma di paura delle malattie che costringe l’individuo a continui ed inutili screening medici e ad abusi di farmaci.

In questi casi l’accesso alle cause psicologiche e all’ausilio di uno psicologo arriva – quando arriva – purtroppo, solo alla fine di un lungo itinerario di tentativi e negazioni della natura psichica dei propri problemi, una vera e propria via crucis che, quando va bene, fa perdere molto tempo in inutili controlli medici, e quando va male cronicizza sintomi e malesseri senza opportunità di una vera cura.

Ma indipendentemente dalla specificità del sintomo psicologico (o della componente psichica del sintomo fisico), l’adulto (il giovane, l’adolescente) che si reca dallo psicologo psicoterapeuta spesso è già riuscito, in qualche modo, ad auto-osservarsi in maniera più profonda nei propri pensieri e comportamenti, può perciò arrivare dentro la stanza di uno psicologo fiducioso di potersi appoggiare ad esso. Altre volte il malessere è motivo di urgenza e motivo al contempo di una confusione. Sarà cura dello psicologo, dopo qualche colloquio di conoscenza, poter fornire alla persona che a lui si rivolge le coordinate del percorso che occorre svolgere assieme e delle modalità con le quali poterlo svolgere.